- CULTURA -
La cultura capoverdiana è stata influenzata fortemente da due fattori: il clima e lo
schiavismo. Questi fattori sono strettamente connessi alla posizione geografica delle
isole, basti pensare che nel passato l'arcipelago ha costituito un punto di passaggio
per la scoperta e l'esplorazione dell'Africa occidentale. Ciò ha contribuito a creare
una popolazione caratterizzata da varie etnie provenienti principalmente dal Senegal
e dalla Guinea Bissau. L'integrazione con limitata componente bianca si ebbe con gli
abusi che i padroni facevano nei confronti delle schiave nere, spinti dalla scarsa
presenza di donne bianche. Per frenare il fenomeno furono organizzate delle
spedizioni di prostitute di origine portoghese, al fine di popolare le isole di
Capo Verde.
In un secondo momento si unirono alla popolazione anche i francesi, gli inglesi, gli
olandesi, gli spagnoli e nel XVI secolo anche gli ebrei. Dato che prima dell’arrivo
di questi popoli le isole erano disabitate, la lingua dominante e ufficiale è stata
imposta dai colonizzatori portoghesi.
L’incursione dei portoghesi in queste terre ha contribuito alla mescolanza razziale,
infatti, la popolazione è per la maggior parte meticcia dando a Capo Verde una
cultura assai peculiare. C'è molto di quella cultura europea in queste terre, che si
nota nella lingua, nel modo di vestire, nelle case e nella religione. L'ospitalità,
la gentilezza e la familiarità dimostrate da questa gente, il mare blu intenso, le
spiagge bianche o vulcaniche, la natura incontaminata, creano il clima ideale per
vivere in una piccola parte di paradiso.
Le vestigia della cultura portoghese sono molto più manifesti rispetto a quelle della
cultura africana, Gran parte degli abitanti di Capo Verde è creola; circa un quarto
della popolazione è di origine africana. Nonostante le sue dimensioni siano ridotte,
Capo Verde ha prodotto diverse opere letterarie. Quelle scritte prima
dell'indipendenza affrontavano il tema della liberazione ed erano quasi tutte in
crioulo. Dopo l'indipendenza furono affrontati anche temi come l'emigrazione di
massa verso l’ America e la discriminazione razziale. Alcuni scrittori, come
Kaoberdiano Dambara, continuano a scrivere in crioulo, altri, come Onésimo Silveira,
in portoghese.
La vera anima capoverdiana e la vita stessa di tutti i capoverdiani è la musica. Non
è un'esagerazione se si afferma che quello caboverdiano è uno dei popoli più
musicali del pianeta. L’Europa, l’Africa e l’America Latina hanno influenzato
in maniera radicale la cultura e le sonorità di questo popolo cedendoci esempi di
suoni dalle melodie e danze che diventano un vero e proprio linguaggio dello spirito.
La loro è una musica particolare e caratteristica, che si distingue per le sue
armonie ora malinconiche e tristi, ora allegre.
L’influenza lutisiana si contraddistingue nella strumentazione tipica di base
costituita dal violino solista con accompagnamento di chitarre e cavaquinho
(piccola chitarra caratteristica di Capo Verde). Le tre tipiche forme musicali di
questa terra sono: il funanà, la passada, la coladeira; la morna; il batuko; il
colasanjon e il landum. Il funanà un tempo era la musica dei campi, rustica e
liberatoria. Caratteristica dell' isola di Santiago, viene suonata unicamente con
la fisarmonica, mentre l'accompagnamento ritmico è prodotto dallo sfregare di un
coltello su di una barra metallica. La Passada, invece, molto simile allo "Zouk"
africano, è il ritmo che piace di più ai giovani si balla corpo a corpo nelle
piccole discoteche aperte fino all'alba.
Uno dei ritmi più famosi di Capo Verde è la coladeira che molto probabilmente è una
fusione tra diversi generi, alcuni antichi e altri ancora suonati nelle festività,
altri moderni di impronta Europea e sudamericana. La forma musicale più conosciuta
grazie al successo internazionale di Cesarea Evora, è la morna. Questo ritmo ha molte
affinità con il "fado" portoghese e con la "modinha" brasiliana ma se ne differenzia
per la struttura armoniosa, l'uso di accordi a rotazione, la melodia sinuosa e
soprattutto per la base ritmica. Il Batuko è una danza sensuale, abitualmente
eseguita dalle donne, che porta le ballerine a simulare l'atto sessuale.
Da questa forma musicale deriva il Colasanjon molto utilizzato per scandire il
ritmo durante le giornata di festa con tamburi e tamburelli. Durante le feste di
matrimonio viene invece ballato il landum durante il quale prima lo sposo, poi la
sposa e gli altri invitati, si alternano nel centro della pista invitando una delle
ragazze con movimenti molto armoniosi quasi a volerla abbracciare. Molto simile al
Walzer Europeo è la valsa tuttora ballato nelle feste più tradizionali.